Il Parlamento Europeo ha deciso a giugno di impegnarsi per vietare il riconoscimento facciale di massa utilizzato per la verifica dell’identità, che misura le caratteristiche facciali uniche di un’immagine specifica.
La nuova legge europea sull’intelligenza artificiale, che questo mese entrerà nelle negoziazioni, si basa sulla proposta della Commissione Europea di aprile 2021 che stabilisce standard per la sicurezza e i diritti fondamentali e stabilirà anche regole rigorose per l’uso di modelli di linguaggio artificiali come ChatGPT. “L’IA ha sollevato una serie di preoccupazioni in merito a etica, controllo, innovazione… e la necessità di creare un quadro giuridico adeguato”, ha detto il Presidente del Parlamento Roberta Metsola.
I deputati vogliono distinguere quali sistemi dovrebbero essere classificati come “ad alto rischio” e quali dovrebbero essere vietati. La protezione dei dati personali gioca un ruolo importante nella proposta. Vogliono porre un veto ai sistemi di identificazione biometrica a distanza, sia in tempo reale che non, negli spazi pubblici, così come al riconoscimento delle emozioni.
Il Partito Popolare Europeo, guidato da Manfred Weber, ha proposto un emendamento – respinto in plenaria – che consentirebbe alle forze dell’ordine di utilizzare sistemi di riconoscimento biometrico, come il riconoscimento facciale, nel caso di una scomparsa o di un attacco terroristico in luoghi pubblici “in tempo reale”. L’ECR ha argomentato che ciò rappresenterebbe una minaccia alla libertà individuale trasformando gli Stati in una “distopia poliziesca”.
ONG sospettano Bruxelles di utilizzare l’IA per il riconoscimento facciale
ONG olandesi e francesi hanno chiesto di rifiutare l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale alimentata dall’IA nell’UE. Queste ONG sospettano che la polizia di Bruxelles utilizzi già la tecnologia da mesi.
I detrattori della tecnologia sostengono che essa viola il diritto dei cittadini all’anonimato negli spazi pubblici, il diritto di riunione e di manifestazione. Affermano anche che la raccolta di tali dati personali potrebbe facilitare il hacking e lo sfruttamento di queste informazioni da parte degli hacker.